Spreco dell’acqua: un grosso problema per tutti noi. Il mondo rischia crisi idrica, Italia inclusa.
A causa dei cambiamenti climatici e dell’aumento dei consumi, entro il 2030 il mondo rischia una carenza idrica del 40%. A dirlo è il Rapporto mondiale delle Nazioni unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2020. Scarsità che riguarda già 4 miliardi di persone nel mondo e che nei prossimi anni potrebbe estendersi ulteriormente. L’Italia, dove consumiamo circa 215 litri di acqua a testa ogni giorno, non è esclusa. E purtroppo, nonostante la situazione a rischio, gli sprechi non mancano. Nella rete idrica, nel 2018, sono stati immessi 8,2 miliardi di metri cubi di acqua, ma quelli effettivamente utilizzati sono molti meno. Dispersi a causa di tubazioni inadeguate, obsolete o danneggiate. Le perdite idriche, secondo l’ISTAT, corrispondono al 42%. Percentuale che, recuperata, garantirebbe acqua a 44 milioni di persone in un anno. Considerata la carenza idrica in tanti paesi nel mondo e le preoccupanti previsioni dell’Onu, è un dato sconvolgente su cui bisogna riflettere.
ACQUA: SEMPRE PIÙ SCARSA IN TUTTO IL MONDO. L’ITALIA TRA I PAESI A RISCHIO
Entro il 2030 il mondo rischia una carenza idrica del 40%, che potrebbe riguardarci da vicino. Secondo quanto riporta Greenpeace, ben presto “circa la metà della popolazione mondiale dovrà affrontare la questione della scarsità idrica” e l’Italia rientra tra i paesi a rischio “alto”, occupando il 44esimo posto della classifica stilata dal World Resource Institute.
L‘ANBI, Associazione nazionale dei consorzi di Bonifica e Irrigazione, ha rilevato che il livello dei fiumi nel nord si sta abbassando e il rischio desertificazione è in aumento con “condizioni di siccità anche estrema ed aridità” tra le più gravi in Europa. Con le falde che si ricaricano in tempi più lunghi rispetto al tasso di sfruttamento cui sono sottoposte. Se da un lato i cambiamenti climatici mettono a rischio le risorse idriche, la loro scarsa tutela contribuisce a peggiorare la situazione.
L’agricoltura, di cui 2/3 dedicati all’alimentazione animale, è il settore in Europa che consuma maggiori quantitativi di acqua dolce, il 59% del totale, evidenzia Greenpeace. E quella intensiva, sfruttando il suolo, lo rende meno capace di trattenere l’acqua e quindi più “assetato”. Solo il passaggio verso l’agricoltura ecologica può rendere i terreni meno vulnerabili ai cambiamenti climatici. E la stessa cosa vale per il settore dell’allevamento.
SPRECO DELL’ACQUA: IN ITALIA PERDITE IDRICHE IN COSTANTE AUMENTO
Nonostante la crisi idrica avanzi, le perdite di acqua della rete idrica nazionale sono in costante aumento: nel 2018 corrispondevano al 42% del totale. “Ogni 100 litri immessi nel sistema”, evidenzia il documento ISTAT, “ben 42 non sono consegnati agli utenti finali.” Ciò è dovuto alle cattive condizioni dell’infrastruttura idrica, quindi tubi rotti o vecchi, che porta alla dispersione di 3,4 miliardi di metri cubi, vale a dire 156 litri al giorno per abitante. Perdite che potrebbero “garantire le esigenze idriche di circa 44 milioni di persone in un anno”. Con situazioni più critiche nel Centro e nel Mezzogiorno. Per migliorare la situazione sarebbero urgenti immediati interventi di riparazione e ripristino, che tuttavia necessitano di notevoli investimenti economici.
SPRECO DELL’ACQUA: IN AMBITO DOMESTICO SI DOVREBBE FARE DI PIU!
Sebbene i maggiori sprechi si verifichino nei settori agricolo-industriale, anche i consumi domestici fanno la loro parte. Nel 2020, secondo l’ISTAT, il 40,6% delle persone di 14 anni e più si è dichiarato preoccupato per l’inquinamento delle acque, per i cambiamenti climatici e l’effetto serra, consapevole delle conseguenze che ciò comporta sul dissesto idrogeologico e sulla disponibilità della risorsa idrica. E il 67,4% degli intervistati dall’ISTAT sostiene di prestare particolare attenzione agli sprechi.
Eppure gli italiani, nonostante una consapevolezza ambientale in crescita, consumano circa 10 volte più acqua di quanto necessario. È un dato che deve far riflettere. Tra le maggiori fonti di spreco idrico la doccia è in pole position. Con un consumo di oltre 20 litri al minuto. Altrettanto impattanti sono i servizi igienici, in particolare i modelli datati. Le perdite, a volte impercettibili, anche un semplice rubinetto che gocciola, sono dei veri e propri killer idrici. E in cucina la media di consumo di acqua dei rubinetti è di 16 litri al minuto. Ma i modelli più all’avanguardia li riducono notevolmente grazie all’immissione di aria.
Il miglioramento delle infrastrutture, per quanto importante, non è sufficiente a invertire la rotta. Ci vuole maggiore impegno anche nei nostri comportamenti quotidiani al fine di ridurre i consumi e utilizzare l’acqua in modo responsabile.